Il sito dove sorge la Pieve di san Martino in veclo è sempre stato, nello stesso tempo, un luogo di adunata e di passaggio, un punto di convergenza per gli abitanti della zona e un luogo di sosta  e di riposo per i viandanti.
Era una grande chiesa, edificata intorno all’anno Mille sopra un precedente luogo di culto  all’interno di un vicus, l’insediamento abitato che si potrebbe definire capoluogo del pagus, l’istituzione romana che organizzava la vita civile, sociale e religiosa nelle campagne.
La sede del pagus sia amministrativa sia religiosa, era il tempio principale del suo territorio e in epoca cristiana erede del tempio è stata la Chiesa, Ecclesia, denominata Pieve, Plebs, dal X secolo circa, quando si cominciò a parlare di plebs dei, ovvero del Popolo di Dio. E il pagus romano si trasformò quindi in plebato, plebanato, pievanato.
La grande chiesa, pur conservando la sua denominazione di Pieve, venne ridotta di dimensioni intorno al Due-Trecento. Su ciò che era verosimilmente rimasto in piedi in seguito a un crollo, furono riedificate una chiesa più piccola e una canonica. A questo impianto vennero poi apportate alcune modifiche nel corso del Settecento.
In seguito, la chiesa del paese subentrò alla Pieve come principale luogo di incontro della comunità, il pievanato si trasformò in un podere e la canonica divenne una casa colonica, ospite di famiglie di contadini, mezzadri della Curia. Ma la chiesa continuò comunque ad essere saltuariamente utilizzata fino al momento in cui crollò il tetto.
Il nome San Martino in vico veclo, abbreviato in veclo oppure in veteri è stato variamente spiegato, ma deve ritenersi interpretabile letteralmente come in vecchio.
Per saperne di più sulla storia della Pieve di san Martino in veclo, vedi:
Francesco V. Lombardi, La pieve di San Martino in Casteldelci ed il suo antico territorio pagense
Studi montefeltrani / Numero 25 – 2004
www.studimontefeltrani.it/studi.html

Plebs Dei